
“Da molti anni ormai abbiamo un legame stretto con la Casa di prima accoglienza di Via Ghedini: le cene preparate in casa e poi portate in sede ogni settimana e finalmente gli incontri tanti sospirati con i momenti conviviali condivisi.
L’accoglienza che riceviamo è sempre calda e festosa, si avverte palpabile la loro amicizia, forti sono i contatti personali e importanti sono i loro racconti.
È un mondo variegato di persone che hanno alle spalle e vivono esperienze dolorose e difficili.
Ricordo una ragazza rumena allegra e piena di speranza, allontanata da casa per le sue preferenze sessuali, il cuoco che aveva perso il lavoro e la casa che amava raccontarci le sue ricette speciali, la signora slava anziana reduce da continui ricoveri ospedalieri, la transgender cubana innamorata della vita nonostante le sue vicende dolorose, le ragazze nigeriane con anni di strada alle spalle, la ragazza col cane alla ricerca disperata di un lavoro, una giovane universitaria meridionale non più in grado di pagarsi l’affitto a causa di gravi problemi economici della famiglia. È uno scambio di positività e di crescita anche per la nostra vita.”
Marina una volontaria
“Quando nel 2019 mi è stato proposto di iniziare questo nuovo cammino di volontariato con Forum del Volontariato ODV, preparando delle cene per le persone senza dimora, avevo bisogno di sentirmi di nuovo utile ed ho subito accettato. Mi sono detta “so cucinare, che sarà mai!” Ma il fatto era che bisognava preparare cene per 25/30 persone, comunque ci sono riuscita ed ancora adesso, dopo tanti anni, continuo a farlo.
La prima volta che li ho incontrati ero un po’ timorosa, mi avrebbero accettata? Come mi avrebbero accolto? Ed io come avrei reagito?
Era un timore assolutamente infondato, sono persone a cui la vita ha tolto tutto per vari motivi, un divorzio, la perdita dei documenti ma soprattutto quello che fa più male: la famiglia.
Tanti sono stranieri, altre culture, altre abitudini, insomma non sono stata io ad arricchirli con la mia cena ma loro con i loro racconti, le loro emozioni, i loro sorrisi ed i loro abbracci.
Bisogna guardarli negli occhi e tutto diventa facile, normale.
Un ricordo che mi rimarrà sempre nel cuore è stato alla cena di Natale quando una giovanissima ragazza di colore ha cantato per noi, non la dimenticherò mai. GRAZIE!”
Tiziana una volontaria
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