La prima volta che vedi i bambini arrivare alla mensa è indimenticabile.

Centinaia di bambini che entrano nella Missione di Tampouy, Ouagadougou riempiono il piazzale sotto il sole, con fatica trovano ordine e fanno la fila per salire le scale e raggiungere i tavoli.

Ci sono almeno due turni, quindi qualcuno dovrà rimanere di sotto e aspettare ancora.

Prima ci si lava le mani, poi ci si siede.

I tavoli sono disposti per ospitare prima i più piccoli e poi i più grandi in fondo. Questo ordine ha un senso molto speciale.

Ogni tavolo ospita 8 o 10 bambini: il capo tavola prende una pentola piena di cibo, riso, pasta o polenta con tuberi e verdure, per servire tutta la tavolata.

A volte per aiutare mi sono messo a servire anche io come capotavola.

Non c’è un bambino che non ti chieda di più, “Ce n’è ancora?”. La triste risposta è sempre “No, non si può dargliene di più”.

Le pentole vengono riempite da calderoni ancora più grandi, che purtroppo non sono infiniti; infatti, a volte non sono sufficienti a sfamare tutti! Per questo i più piccoli vengono serviti per primi.

Ai più grandi viene dato quello che rimane.

Noi possiamo dare da mangiare a tutti, perché nessuno rimanga con un piatto vuoto, perché si possa dargliene ancora.

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